Con la sempre crescente attenzione all’aspetto fisico e allo stile di vita salutistico, il settore dell’integrazione alimentare ha registrato negli ultimi anni una costante crescita.
Basti pensare che nel 2018 solo in Italia questo mercato ha fatto registrare un fatturato complessivo di ben 3,3 miliardi di euro (fonte FederSalus).
Quali sono però gli ostacoli da superare per una Startup che vuole cimentarsi in questo settore sempre in fermento? Oggi ne parliamo con il Dott. Leonardo Scanzano titolare della Biosalts srl, azienda di Roma produttrice di integratori alimentari per conto terzi.
D: Buongiorno Dott. Scanzano, innanzitutto una piccola curiosità.. quando ha iniziato questa attività e soprattutto cosa le ha fatto prendere questa decisione?
R:Durante il periodo universitario feci la tesi sull’integrazione della vitamina C nei pazienti diabetici. Erano anni in cui di integrazione alimentare non se ne parlava e mi è nata l’idea che potesse essere un settore interessante.
La passione per la tecnica farmaceutica appresa all’Università mi ha aiutato a prendere la decisione di aprire un laboratorio di sviluppo e produzione di integratori alimentari.
Mi sono subito reso conto di quanto gli integratori potessero migliorare la qualità della vita e fossero alla base dell’atteggiamento preventivo rispetto ai malesseri dell’uomo moderno.
D: Quali sono le difficoltà iniziali da affrontare per un’azienda alle “prime armi”, cosa prevede la normativa Italiana?
R: innanzitutto bisogna chiarire che tipo di attività intendiamo avviare, se semplice di vendita di integratori prodotti da altre aziende già presenti sul mercato oppure di creazione e commercializzazione di un marchio proprio.
D: Se ad esempio volessimo vendere integratori online, di cosa avremmo bisogno?
R: Per la rivendita di integratori online bisogna avviare una SCIIA , questa va presentata allo sportello unico per le attività produttive (SUAP) del comune di residenza della attività.
Resta implicito che bisogna aprire una azienda o ditta che possieda i requisiti per commercializzare e stoccare, in un apposito magazzino, questa tipologia di prodotti (REC, HACCP, etc..)
D: Se invece la nostra intenzione fosse quella di aprire un negozio su strada, cosa cambia?
La procedura è simile, ma in aggiunta i locali devono essere adeguati alla vendita al pubblico di prodotti alimentari confezionati.
D: Parliamo ora di creazione e commercializzazione di un marchio proprio, cosa ci può dire su questo?
R: Produrre un integratore alimentare di reale efficacia e di alta qualità non è cosa semplice e non ci si può improvvisare. La legislazione in Italia nel settore dell’integrazione alimentare ha dei paletti ben definiti e bisogna muoversi all’interno di essi.
Inoltre, anche se l’integratore alimentare non è un farmaco, una cattiva associazione dei componenti, eseguita magari con un semplice “copia e incolla” di formule preesistenti, potrebbe non essere efficace o ancora peggio creare fastidio al consumatore.
Chi intraprende la produzione di integratori ha bisogno di un supporto continuo nella fase di startup. Infatti, in questa fase, piccoli accorgimenti che possono andare dalla scelta del confezionamento, alla veste grafica definitiva e, ancora più importante, allo sviluppo di una formulazione davvero innovativa, possono determinare la riuscita o non del business intrapreso.
Produrre in Italia da la garanzia che il prodotto venga fabbricato secondo le normative del Ministero della Salute. In Italia, i laboratori di produzione devono essere preventivamente autorizzati e ciò prevede delle visite ispettive da parte degli organi competenti, che in caso di non conformità non rilasciano l’autorizzazione.
D: E’ infine, gli integratori che troviamo in commercio, sono sempre di qualità?
R: Purtroppo no, specialmente all’estero capita che non vengano rispettate le più elementari regole di buona fabbricazione (GMP) che, a livello mondiale, sono dettate da organi amministrativi sia statali che riconosciuti, come ad esempio la FDA (Food and Drugs Administration) negli Stati Uniti.
La scelta delle materie prime è fattore indispensabile per l’efficacia e la ripetibilità dell’effetto dell’integratore nel tempo. Non tutte le sostanze utilizzate presentano lo stesso standard qualitativo e la stessa concentrazione del principio attivo. Anche la filiera di approvvigionamento di queste è importante. Sono sempre preferibili i canali ufficiali ed è meglio acquistare tutte le materie prime in Italia, da fornitori autorizzati, che ne effettuano controllo sia dal punto di vista microbiologico che della presenza di sostanze nocive (metalli pesanti, OGM free, BSE free, etc etc..).