La guida per aprire un bar di successo passo passo

Il bar è un esercizio pubblico tra i più versatili, può infatti prendere la forma di un luogo nel quale consumare la classica colazione caffè e cornetto, così come un punto di riferimento per l’aperitivo e l’happy hour.

Qualsiasi sia la forma di locale che hai in mente e il target di riferimento, devi sapere che le procedure per aprire il bar saranno le stesse così come le strategie pratiche per avere successo.

Una buona ed attenta pianificazione dell’attività è alla base di ogni successo imprenditoriale, o di fallimento se fatta male in maniera frettolosa e approssimativa.

In Italia aprire un bar è ancora un’attività redditizia se avviata nel giusto modo, tuttavia per un’attività che funziona ce ne sono altrettante che purtroppo non hanno il risultato sperato.

In questa guida spero di offrirti una panoramica il più completa possibile per farti diventare un titolare felice di un’azienda come un bar che ha tutto il potenziale per renderti soddisfatto del tuo lavoro.

Valuta bene prima di fare l’investimento che rimane comunque importante se le tue capacità e le tue ambizioni siano in linea con l’apertura di un bar che è notoriamente un’attività impegnativa sul piano personale.

I bar sono aperti molte ore al giorno, molti giorni la settimana, quando la gente riposa tu lavori, e se non lavori tu direttamente devi assumere del personale con tutte le conseguenze del caso.

Riflettici, e magari prima di diventare il proprietario del bar, trascorri del tempo dietro il bancone, fai alcune stagioni da barista, vedi se il tuo progetto coincide anche con le tue passioni.

Che tipo di bar aprire

La prima decisione che si trova davanti colui che vuole aprire un bar è la scelta sicuramente più importante dalla quale deriverà poi il successo o meno dell’attività: che tipo di bar aprire?

La risposta a questa domanda non è determinata da chissà quale strategia o idea, ma da un serio studio dettagliato che prenderà in esame ubicazione dell’attività, grandezza del locale, analisi della popolazione del vicinato, visibilità, attività commerciali della zona, disponibilità di parcheggio, analisi della concorrenza.

Non esiste pianificazione migliore se fatta utilizzando un metodo analitico e soprattutto fondata da una profonda esperienza diretta sul territorio.

Se stai aprendo il bar nella tua città conosci meglio di me il quartiere in cui vuoi aprire, se c’è concorrenza, se esiste la domanda dei servizi che vuoi offrire, che tipo di persone vivono nelle vicinanze, eccetera.

Se invece stai aprendo in una città che non conosci, il consiglio è quello di non aprirlo affatto il bar. 

Se non conosci bene la zona, le percentuali di fallimento aumentano a dismisura.

Dopo questa doverosa premessa, iniziamo un breve elenco die tipi di bar che puoi aprire:

  • Bar per colazioni: il nome lo dice, l’attività si specializza per le colazioni e può ampliare l’offerta e la qualità diventando un bar pasticceria.
  • Bar specializzato in pranzi veloci: non sfruttare la vicinanza con aziende e uffici è peccato, fornisci anche servizio spedizione e catering per meeting di lavoro;
  • Bar tabaccheria: anche qui il nome lo suggerisce, devi avere la licenza per vendere prodotti da fumo;
  • Bar tradizionale: il classico bar di paese nella piazza centrale, più che un’attività imprenditoriale sembra un vero centro della vita sociale delle persone;
  • Bar caffetteria: molto in voga nel Nord Europa per via del clima rigido, le caffetterie sono dei locali comodi e rilassanti dove prendere un tè con amici e colleghi:
  • Beer bar: specializzato in birre, il pub ha orari notturni e menù tipici;
  • Wine bar: come sopra, ma per il vino, le enoteche sono un tipo di bar molto in voga;
  • Bar discoteca: nonostante sia un modello di business del passato, il bar discoteca può avere senso in alcune città turistiche;
  • Bar musicale: la società ha bisogno di musica e concerti dal vivo, i gruppi portano gente;
  • Bar letterario: associare un bar ad una libreria è uno dei trend del momento;
  • Hemp bar: specializzato in prodotti alla cannabis, un settore di cui sentirai parlare molto.

Step per aprire un bar di successo

Un bar è un’attività imprenditoriale come tutte le altre, anzi anche peggio delle altre perché richiede impegno, passione, lunghe ore di lavoro e una dedizione totale: non è una scelta da fare se si hanno le idee confuse oppure non si comprende bene l’impegno richiesto.

La regola numero uno è: aprire un bar solo se si ha un’idea specifica frutto di un’attenta analisi di costi, benefici, impegno richiesto.

Durante la fase di analisi devi piazzarti di fronte ai concorrenti, contare gli scontrini, e se sono SRL puoi scaricare i bilanci dalla Camera di Commercio, devi conoscere chi lavora di fianco a te, osservare la clientela, analizzare la sua offerta commerciale, stimare il suo giro d’affari e capire se e come differenziarti.

La regola numero due per avere successo infatti è sapersi differenziare dalla concorrenza.

Questa regola ci apre immediatamente alla regola numero tre per aprire un bar di successo e cioè identificare con cura il target di riferimento e una volta fatto offrire il miglior servizio possibile a loro destinato.

Iter burocratico

In questo paragrafo ci riferiamo all’apertura di un bar in Italia, la normativa ovviamente cambia a seconda del paese.

Aprire un bar in Italia è un processo lungo e tortuoso fatto di norme, uffici e inefficienze. Te lo dico perché sto aspettando 4 mesi di balzelli burocratici.

La normativa italiana di riferimento è articolata e complessa, e l’aspirante barista deve possedere determinati requisiti prima di aprire la sua attività.

Essendo un locale dove si fornisce alimenti, il ristoratore deve accertarsi di compiere con i determinati requisiti:

  • maggiore età e capacità di intendere e di volere;
  • possesso dei cosiddetti requisiti morali e professionali;
  • il titolare non deve essere stato dichiarato fallito;
  • bisogna avere l’abilitazione Somministrazione alimenti e bevande (Sab), ottenibile frequentando un corso di circa cento ore, a cui segue un esame finale. In alternativa al corso, è valido aver lavorato come dipendente nel settore della ristorazione per almeno due anni negli ultimi cinque, o possedere un diploma di scuola alberghiera;
  • certificazione Haccp che attesta la conoscenza delle procedure che bisogna rispettare quando si preparano, manipolano e somministrano cibi e bevande.

Per quanto riguarda il locale, ci devono essere innanzitutto i requisiti urbanistici, quali: metratura; sorveglianza esterna per motivi di sicurezza e ordine pubblico; presenza di parcheggi (in alcuni casi obbligatoria e a una distanza prestabilita per legge); condizione acustica.

È poi necessario che l’impianto idrico, l’eventuale canna fumaria, il trattamento rifiuti, la distanza minima tra cucina e sala se prevista, l’impianto elettrico siano a norma in base alle specifiche richieste dall’Asl competente che avrà poi il compito di rilasciare l’idoneità sanitaria.

Lo stesso per il bagno che deve avere facile accesso per disabili e uno per il personale.

Solo dopo aver verificato i seguenti requisiti, dovrai:
  • Aprire la partita Iva;
  • Iscriverti all’Inps;
  • Iscriverti all’Inail;
  • Presentare la Scia (segnalazione certificata di inizio attività) al Comune;
  • Iscriverti al registro delle imprese della camera di commercio;
  • Licenza commerciale da richiedere all’ufficio del commercio del Comune ;
  • Comunicazione all’agenzia delle dogane l’eventuale vendita di alcolici nel locale;
  • Autorizzazione all’esposizione insegna da comunicare al Comune.

Come vedi aprire un bar in Italia non è facile, dovrai muoverti tra uffici non funzionali, permessi lunghi, e spera che il tuo ristorante non sia in un palazzo sotto vincolo paesaggistico, allora inizierà un lungo tira e molla tra gli uffici.

So di cosa parlo, ti ho già detto per i permessi per un bagno di un negozio sto aspettando da 4 mesi?

Nelle lungaggini burocratiche devi farti accompagnare dal commercialista, da un consulente del lavoro e da un geometra o architetto per le pratiche urbanistiche.

Quanto costa aprire un bar

Fare i conti della spesa richiesta prima di investire è essenziale per non fallire rapidamente. Purtroppo molti aspiranti imprenditori sottovalutano tanti aspetti, ma bisogna avere ben chiari alcuni aspetti manageriali prima di aprire un bar.

Devi conoscere la differenza tra un costo e un investimento, tra costi fissi e costi variabili,  il meccanismo dell’IVA, sapere cos’è un bilancio e un flusso di cassa.

Non si possono delegare scelte imprenditoriali vitali al commercialista o al consulente del lavoro, un bar si apre solo dopo aver redatto un business plan con costi iniziali, di gestione e analisi del flusso di cassa.

Ovviamente determinare quanto costa un bar è impossibile perché ogni caso è a sé stante, un piccolo bar di periferia non avrà gli stessi costi di un bar in Piazza San Marco, penso sia superfluo anche dirlo.

Come base di partenza considera che una piccola attività di paese ha dei costi iniziali che partono da circa 30.000 euro, compreso di arredamento, avvio pratiche burocratiche, permessi e prima fornitura.

Per risparmiare puoi sempre considerare la gestione di un bar già avviato con la formula dell’affitto d’azienda o con il passaggio vero e proprio.

Aprire un bar: conclusioni

Immagino che nessuno dei lettori che è arrivato fino in fondo all’articolo vuole semplicemente “aprire un bar”, ma anzi aprire un vero bar di successo, unico della zona che faccia parlare la gente che felice ritorna.

Devi offrire un’esperienza, non solo un servizio, specializzati in una precisa idea, ma poi quando hai preso la strada percorrila con il massimo dell’efficacia.

Un bar è un business, una azienda vera e propria da gestire in maniera professionale, pianifica e agisci con professionalità senza indugi: solo chi osa ha successo.

Per aprire un bar di successo serve una mentalità imprenditoriale, voglia di studiare, di lavorare e un attento studio dell’idea di business.

Dalla scelta della location, all’arredamento, all’offerta commerciale, tutto conta e lavora insieme per decretare il successo dell’azienda.

Chi sta al pubblico deve anche saperci stare, essere gentile, cordiale, utile e disponibile, oltre che ovviamente bravo e professionale in quello che fa.

Il barista non è una professione, è un arte e non tutti ce l’hanno.

Tu ce l’hai?

One Response

  1. Sara 2019-04-10

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