Il mercato degli integratori alimentari è uno dei più interessanti del momento per chi cerca idee imprenditoriali sulle quali investire, visto che l’andamento del mercato risulta essere uno dei più redditizi e che quindi potrebbe tradursi in ottimi ritorni. La ragione deriva dal fatto per cui salute, alimentazione e nutraceutica attirano l’attenzione di un numero sempre maggiore di consumatori, molti dei quali alla ricerca di soluzioni che permettano di semplificare il processo di raggiungimento di uno stato di benessere.
Per aprire un business di integratori alimentari, chiaramente, ci sono alcune informazioni che è necessario conoscere. Come vedremo nelle righe che seguono, tuttavia, l’iter per procedere non è poi così complicato.
Prima di cominciare…
In questo approfondimento ci concentreremo proprio su cosa è importante sapere per aprire un business di integratori alimentari. Lo faremo dando per scontato che chi legge abbia formulato una proprio business plan e ragionato su un budget da investire, risorse, canali di vendita o partnership.
Lo precisiamo perché un business di integratori alimentari richiede pur sempre tutte le attenzioni di qualsiasi altro negozio, sia fisico che in rete. Ad ogni modo procediamo con ordine e vediamo cosa serve per avviare le pratiche e iniziare a dare forma al tuo business di integratori alimentari.
Questioni burocratiche: cosa ti serve per vendere integratori alimentari?
Per prima cosa dovrai aprire una partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, magari facendoti aiutare dal tuo commercialista di fiducia. Successivamente dichiarerai l’inizio delle attività al tuo comune di riferimento, sia che tu decida di vendere in un negozio fisico o sul web.
Se aprirai un negozio in città, il Comune invierà degli addetti ASL per i controlli di routine e verrai informato su tutto ciò che serve per adempiere agli obblighi normativi di sicurezza e igiene.
Questa fase precede il rilascio del nullaosta per le vendite che è strettamente correlato al HACCP, l’attestato con il quale si acquisiscono nozioni e competenze circa la vendita e la conservazione di prodotti alimentari.
Che tipo di prodotti venderai?
In questa guida ci riferiamo a chi è interessato a vendere integratori alimentari prodotti da altre aziende perché l’iter per produrli personalmente richiede elevate competenze ed investimenti molto più corposi.
Nel caso in cui volessi procedere affidandoti a terzi le opzioni percorribili sono due:
- fare approvvigionamento di prodotti di marchi di tuo interesse
- trovare un’ azienda specializzata nella produzione di integratori per conto terzi che possa quindi soddisfare le esigenze del tuo nuovo business
In pratica con la prima opzione diventi un rivenditore di marchi già esistenti mentre, con la seconda, puoi lanciare la tua personale linea di integratori alimentari affidandoti ad aziende che operano in modalità “white label”.
Tali aziende producono integratori certificati e garantiti per soddisfare varie esigenze tra cui quelle di farmacie ed erboristerie che desiderano proporre una propria linea di prodotti o di imprenditori come te che cercano di aprire un proprio business.
Quali costi si dovranno sostenere?
Il budget varia in base al percorso che deciderai di intraprendere. Se decidi di operare in un punto vendita fisico dovrai considerare l’affitto o l’acquisto del locale, le utenze, probabilmente del personale e altre spese vive tipiche di chi ha un’attività commerciale.
Nel caso in cui volessi procedere tramite vendita online, invece, dovrai dotarti di un eCommerce ben costruito, di una ditta per le spedizioni e di budget da investire per le tue strategie di acquisizione clienti, posizionamento sui motori di ricerca e advertising.
In entrambi i casi dovrai considerare anche i costi di avvio burocratico e quelli di “magazzino”, ovvero di approvvigionamento dei prodotti. Non è facile rispondere a questa domanda perché le variabili che influenzano il budget sono molteplici. Grazie al business plan di cui abbiamo parlato prima, dovresti riuscire a sapere se basteranno duemila euro oppure diecimila.
Cosa dice la legge rispetto agli integratori alimentari?
Le norme sono molteplici ma ti riassumiamo qui di seguito gli aspetti salienti del mercato degli integratori alimentari. Cominciamo con le definizioni stabilite dal Decreto Legislativo 169 del 21 maggio 2004 secondo cui gli integratori alimentari sono:
“…prodotti alimentari destinati ad integrare la comune dieta e che costituiscono una fonte concentrata di sostanze nutritive come vitamine, minerali e altre sostanze aventi effetto nutritivo o fisiologico”.
L’etichettatura è regolamentata dal Decreto Legislativo del 1992 in applicazione delle direttive comunitarie 89/395-396/CEE. Queste prevedono che l’etichetta debba riportare la dicitura “integratore alimentare” e che non possa manifestare formule curative o terapeutiche di sorta.
Il rivenditore è tenuto a riportare le sostanze contenute, la dose giornaliera raccomandata e le avvertenze derivanti da un uso sconsigliato. Sono obbligatorie anche diciture come “non sostitutivo della dieta” e “tenere fuori dalla portata dei bambini”.
Secondo l’articolo 10 del Decreto Legge 169 del 2004 l’immissione sul commercio dell’integratore alimentare è sottoposta alla notifica del Ministero della Sanità. L’approvazione prevede l’inserimento del prodotto in un registro di cui lo stesso Ministero si occupa dell’aggiornamento periodico.
Come si pubblicizzano gli integratori alimentari?
Sempre secondo il sopracitato Decreto la pubblicità degli integratori non deve fare menzione a riferimenti specifici degli effetti del prodotto. Per esempio un integratore alimentare pensato per ridurre il peso non può essere pubblicizzato tramite informazioni come i chili che si possono perdere ma deve incoraggiare il consumatore a fare movimento e a seguire una dieta equilibrata.
Pertanto la pubblicità per promuovere gli integratori alimentari deve informare il consumatore circa i benefici del prodotto e metterlo a conoscenza anche di eventuali effetti indesiderati. La formulazione di origine vegetale è anch’essa sottoposta a questa impostazione normativa, motivo per cui l’integratore può essere promosso come un prodotto di supporto per specifiche finalità di benessere e non come una soluzione medica, curativa o farmacologica.
Per promuovere al meglio un integratore, quindi, è importante informare il consumatore circa l’importanza di nutrirsi bene e seguire uno stile di vita sano, condizioni essenziali per beneficiare degli effetti positivi di questa tipologia di prodotti.