Cos’è un coffee shop e come aprirne uno di successo in Italia

Vuoi aprire un coffee shop stile Amsterdam nella tua città dove avviene il consumo di Cannabis alla luce del sole?

Purtroppo tutto questo non è possibile, tuttavia ci sono degli spazi di manovra e io te li spiego nel dettaglio.

C’è una grande confusione dietro al termine coffee shop, alcuni pensano che sia una normale caffetteria (letteralmente dall’inglese “coffee shop” significa “negozio di caffè”), altri l’anticamera della comunità di tossicodipendenza, ma cos’è nella realtà un coffee shop?

Con il termine coffee-shop (nei Paesi Bassi i termini vengono uniti in coffeeshop) vengono indicati i locali autorizzati dallo Stato dei Paesi Bassi, per vendere al consumo modeste quantità di cannabis che possono venir consumati dai clienti.

All’interno dei coffeeshop c’è una parte dedicata alla vendita delle inforescenze di marijuana e i suio derivati, spesso accompagnati da servizi ristorativi come bar e caffetteria.

All’interno dei coffee shop quasi mai viene somministrato alcol.

La nascita dei coffee shop è la diretta conseguenza della politica olandese nei confronti di una pianta, la cannabis, che viene invece ingiustamente catalogata come droga in molti altri paesi come l’Italia.

Nei Paesi Bassi attualmente sono presenti regolari coffeeshop in 105 delle 443 municipalità esistenti per un totale di circa 702 licenze; il numero di tali esercizi è stabile da circa 10 anni.

Dietro a questa realtà consolidata dei Paesi Bassi, nel nostro paese a seguito della legge europea si sta creando un vero e proprio movimento intorno alla Cannabis Light, cioè i fiori di cannabis con contenuto inferiore allo 0,2 di THC, la sostanza psicoattiva regolamentata e vietata sopra certe concentrazioni.

Nonostante la ricerca medica abbia dimostrato l’utilità del THC per alcune patologie e nonostante alcuni paesi tra cui la California ha già iniziato un processo di legalizzazione, in Italia il THC è ancora catalogato come droga. Tuttavia, a determinate concentrazioni non è considerata tale e di fatto si è innescato questo processo di commercializzazione che oggi vediamo con la nascita di tanti punti vendita legati al mondo della canapa.

Da qui alcuni imprenditori hanno deciso, seguendo la legge, di aprire i primi coffee shop d’Italia dove vengono serviti prodotti alimentari a base di canapa come caffè, birra, eccetera.

Tutto questo è permesso in quanto è possibile produrre alimenti dai semi di canapa che non contengono THC.

Nonostante siamo ancora molto lontani dai coffeeshop olandesi, possiamo iniziare a muovere i primi passi per aprire un coffee shop chiamiamolo all’italiana.

Cosa può vendere un coffee shop in Italia

aprire un coffee shop Un coffee shop stile italiano non è altro che un bar caffetteria specializzato nella somministrazione di alimenti a base di canapa.

I prodotti permessi per il consumo umano in Italia sono tutti quelli derivanti dai semi dai quali si ricava l’olio di canapa e la farina di canapa.

Da queste due materie prime si ricavano cioccolate, caffè, piadine, pasta, liquori, birra, tisane, barrette energetiche, condimenti, eccetera.

Tutti prodotti salutari e molto apprezzati dalla clientela. In questo genere di locali non devi sorprenderti di sorseggiare una buona birra alla canapa mentre mangia una gustosa piadina con farina di canapa.

Discorso particolare per i fiori della cannabis, la sola parte della pianta a contenere il THC, la sostanza soggetta a norme limitative.

Se le infiorescenze con alto contenuto di THC è considerato droga a tutti gli effetti e quindi legalmente perseguibile il consumo, la vendita e il possesso (noi in Italia certi privilegi preferiamo lasciarli alle organizzazioni criminali piuttosto che regolamentare), per i fiori con concentrazioni inferiori di 0,2% di parla di Cannabis Light e il commercio è tollerato.

La Cannabis Light tuttavia non è ancora normata a dovere e ad oggi è commerciabile solo per uso tecnico o di ricerca.

Aspettando che i governi si accorgano di essere nel 21° secolo e finalmente adeguarci alle normative dei paesi civili, i coffee shop italiani sono in attesa di una giusta regolamentazione.

Come aprire un coffee shop in Italia

Non ci sono particolari permessi da richiedere se vuoi aprire un coffee shop in Italia.

Le procedure sono identiche a quelle necessarie per qualsiasi altra attività commerciale: dopo aver trovato la sede del negozio che dovrà essere sufficientemente grande e ben posizionata per accogliere l’attività, e dopo aver scelto la gamma di prodotti che vuoi commercializzare vendere, non ti resta che dare avvio alle classiche manovre burocratiche.

Ti consiglio di assumere un commercialista che ti segua nelle pratiche.

Presta attenzione al locale scelto che dovrà essere a norma su igiene, agibilità, impiantistica, urbanistica e sicurezza, altrimenti non avrai l’autorizzazione per l’inizio attività.

Il primo dei passi da compiere è l’apertura di una Partita IVA, per poi procedere con l’iscrizione al Registro delle Imprese, all’INPS e all’INAIL.

Nel caso tu decida di vendere Cannabis Light, attenzione alle analisi che attestino il contenuto di THC inferiore ai limiti di legge altrimenti rischi denunce e conseguenze penali serie.

Considera che la normativa su questo tema delicato è in continuo aggiornamento, quindi prima di aprire un coffee shop ti consigliamo di rivolgerti allo SUAP (Sportello Unico per le Attività Produttive) e farti assistere da uno studio legale.

Sempre al Comune dovrete rivolgervi per richiedere il permesso per l’esposizione dell’insegna. Ricordiamo infine che entro 30 giorni all’apertura bisogna presentare la SCIA (comunicazione certificata di inizio attività).

Per aprire un coffee shop devi necessariamente completare il corso SAB (Ex REC) per la somministrazione alimenti.

Quanto costa aprire un coffee shop

L’investimento per aprire un normale negozio di canapa si aggira intorno ai 20.000 euro tutto compreso, un coffee shop con bar e caffetteria necessita di investimenti maggiori per l’allestimento del bancone del bar aggravando i costi di circa ulteriori 20.000 euro.

Naturalmente questa cifra aumenta a seconda delle dimensioni del locale e della location, nelle città principali possiamo tranquillamente superare i 100.000 eur0.

Investimento che comunque può generare un profitto importante perché il settore della canapa è in crescita e sempre più vedremo nuovi clienti interessarti al settore.

Aprire un coffee shop: conclusioni

Nonostante gli interessi economici dietro al divieto della canapa che ostacolano il settore (fai una ricerca approfondita sugli utilizzi della pianta e come per magia scoprirai i veri motivi dietro al divieto, se veramente fosse vietata per difendere la salute pubblica come mai ci affogano di pesticidi, smog cittadino e amianto abbandonato?), la nascita di numerose attività possono finalmente far pressione sui governi per dar avvio al processo di legalizzazione di una pianta dai mille benefici.

Chi afferma il contrario, mente sapendo di mentire.

E allora auguriamoci che l’apertura di tanti coffee shop in Italia sia il primo passo verso un paese dove la regolamentazione superi la repressione.

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