C’era un tempo il bar. Adesso è la volta degli eSports bar

Non c’era paese senza il suo bar dello sport, non ci sarà città senza il suo eSports bar.

Non stiamo scrivendo delle classiche sale giochi figlie degli anni Ottanta, né di una ramificazione nel mondo reale delle principali poker room o dei casinò online di successo, come per esempio NetBet. Anche definirli bar 2.0, come già fatto da qualcuno, rischia di essere riduttivo, se non addirittura fuorviante.

Gli eSports bar sono qualcosa di differente da quanto incontrato fino a oggi e chi vive nelle grandi città se ne sarà già reso conto. Perché da qualche tempo hanno fatto capolino anche in Italia. Torino, che vanta il primato di essere stata la prima città a dotarsi di un eSports bar, Milano, Roma… ma anche centri di più piccole dimensioni come Palermo e Cagliari.

Dalle foto che rintracciamo in Rete proviamo a tracciare un sorta di identikit: design minimal con riferimenti al mondo dei videogame (com’era prevedibile) ma anche a quello dei fumetti (soprattutto asiatici) e dei blockbuster hollywoodiani; postazioni di gioco griffate dai grandi marchi di elettronica, con hardware spesso moddato e poltrone da far invidia alla NASA; uno o più schermi giganti appesi alle pareti per seguire le dirette di Twich….

Ok, ci fermiamo un attimo, cos’è mai Twich? Si tratta di una piattaforma di livestreaming, leader indiscussa per quanto riguarda la trasmissione di eventi e tornei di eSports, che dà la possibilità di seguirli in diretta oppure (considerato il fuso orario che ci separa dal continente asiatico) on demand.

Tornando alla nostra descrizione degli eSports bar concludiamo ricordando che i menù, sia sul fronte del cibo che delle bevande, sono simili a quelli dei fast food. D’altronde i fruitori di questi luoghi sono attratti più dalla possibilità di giocare (o vedere giocare gli amici) che dall’offerta di cosa mettere sotto i denti prima di fare ritorno a casa.

A occhio e croce appare quindi lampante che l’investimento maggiore, per chi volesse aprire un eSports bar, sarà sul fronte delle postazioni per il gioco. Ma un aiuto potrebbe arrivare proprio dai principali produttori di hardware e software, che hanno già manifestato l’interesse a investire in questo tipo di attività. Senza scordare che se guardiamo oltre confine, esistono già alcune catene in franchising e potrebbero trovare conveniente sbarcare dalle nostre parti.

Non fosse altro per i numeri riportati dal primo rapporto sugli eSports in Italia, una pubblicazione che ha visto la luce nel giugno del 2018 e realizzata da AESVI in collaborazione con Nielsen. Sono più di 260.000, infatti, le persone che ogni giorno assistono ad almeno un evento di eSports. Mentre quelle che si limitano a seguire almeno un paio di tornei la settimana hanno raggiunto la quota di 1 milione.

Poi se qualcuno si lasciasse prendere la mano e volesse far concorrenza a quanto avviene dall’altra parte del mondo, sappia che fra non molto aprirà in Giappone, e più precisamente a Tokyo, un palazzo di ben dodici piani interamente dedicato agli eSports.