Con una società in continuo cambiamento, anche gli imprenditori e le aziende agricole devono adattarsi ai nuovi gusti degli italiani.
Tra le tante novità che hanno raggiunto il nostro mercato, certamente non possiamo ignorare il boom dei superfood, cioè quei prodotti che al loro interno contengono una grande quantità di nutrienti dalle tante proprietà benefiche per chi li assume.
Tra i superfood non si può certamente ignorare le bacche di goji cioè il frutto dell’arbusto Lycium barbarum o del Lycium chinense, entrambe della famiglia delle Solanaceae (che include tra le altre la patata, il pomodoro, la melanzana, il tabacco, il peperoncino e la belladonna).
Il nome goji è stato creato nel 1973 dall’etnobotanico nord-americano Bradley Dobos.
Queste bacche rosse crescono spontaneamente nelle valli himalayane, nella Mongolia, nel Tibet, nelle province della Cina dello Xinjiang, dello Ningxia, e nella regione autonoma della Mongolia Interna.
Nonostante le loro origini asiatiche, si possono coltivare anche da noi qui in Italia aprendo nuove opportunità di business per i giovani imprenditori agricoli in cerca di differenziazione.
Questo prodotto infatti si sta inserendo con prepotenza nelle abitudini degli italiani in cerca di prodotti innovativi e salutari.
Al momento la domanda è soddisfatta dalle importazioni mancando una filiera capace di soddisfare la richiesta, scenario questo che apre alle nuove possibilità di business per coloro che decidono di promuovere la produzione italiana certificata con tutti i benefici che ne consegue così come spieghiamo nella guida Azienda Agricola 2.0.
Le proprietà delle bacche di Goji
Le bacche di goji sono frutti che vengono utilizzati da millenni, anche per le loro preziose proprietà salutari.
Risultano buoni antinfiammatori naturali, e hanno effetti significativi anche contro l’invecchiamento.
Nella medicina cinese tradizionale risultano tra i prodotti vegetali impiegati con maggiore frequenza.
Considerato un superfood dalle proprietà eccezionali:
- combattono l’invecchiamento.
- potenziano il sistema immunitario.
- possiedono agenti antitumorali, non solo proteggono contro radiazioni e chemioterapia.
- migliorano la vista.
- migliorano la libido.
In natura esistono tante varietà di goji, ma in questo articolo parleremo delle tipiche bacche rosse e della pianta che le produce, ovvero la Lycium Barbarum.
Le bacche di goji rosse vantano una grande quantità di vitamina C, E e B2.
Presentano anche valori significativi di oligoelementi (selenio, germano, calcio, cromo, potassio, ferro, ecc.) che tonificano e restituiscono energia ai muscoli.
Contengono pochi grassi, ma tra questi rientrano anche gli ottimi omega 3 e omega 6.
Altri elementi che caratterizzano significativamente questo frutto sono: gli amminoacidi (unità costitutive delle proteine) e i carotenoidi (antiossidanti che fanno bene anche agli occhi e alla vista).
Per maggiori informazioni sulla coltivazione, la cura della pianta e la raccolta delle bacche, invitiamo a leggere i paragrafi successivi.
Terreno, ambiente e periodo ideale per la coltivazione
Sebbene il goji sia un vegetale originario di zone orientali molto distanti dall’Italia, anche nel Bel paese è possibile coltivarlo, dal momento che si sviluppa al meglio nei climi temperati.
Preferisce i terreni acidi, con impasto medio (a metà tra un terreno compatto e uno poco compatto, con un livello di argilla tra l’8 e il 25%), e in cui c’è anche un buon drenaggio dell’acqua.
Va però anche detto, che può adattarsi a diverse condizioni: si tratta di una pianta molto resistente, anche perché è in grado di sopravvivere pure al freddo, persino a temperature di diversi gradi sotto lo zero.
Il periodo ideale per la sua coltivazione è l’inizio dell’autunno o della primavera.
Coltivazione e potatura del goji in vaso
Le piante di goji sono coltivabili in modo molto semplice all’interno di vasi o altri contenitori. Infatti, basta lasciarle crescere liberamente per tutto l’anno, per poi potarle in inverno.
L’operazione di potatura consiste nel rimuovere i rami secchi, e nell’accorciare quelli che hanno prodotto frutti in estate.
Una pianta in vaso (o in altro contenitore) può crescere fino a 150 metri circa. Si consiglia di scegliere un recipiente che abbia una profondità di almeno 50 centimetri, in modo tale che possa essere riempito agevolmente con un significativo miscuglio di terra, terriccio e sabbia.
Coltivazione e potatura delle bacche di goji in pieno campo
Per la coltivazione delle piante di goji in pieno campo, è anche possibile procedere con modalità simili alla coltura in vaso (lasciandole crescere liberamente, per poi potarle in inverno). Ma per coltivazioni estese conviene usare una spalliera di sostegno, simile a quella che viene adoperata per l’uva.
In quest’ultimo caso, bisogna sistemare la spalliera di sostegno sul terreno, da realizzare con pali piantati a terra e alcuni fili di ferro messi in orizzontale per attraversare i vari pali:
- I pali vanno collocati in fila, e tra uno e l’altro ci deve essere una distanza di 2 metri.
- I fili di ferro da usare sono tre, e devono attraversare tutta la fila dei pali. Uno dei fili va messo a 60 centimetri da terra. Un altro filo va posto a 120 centimetri dal suolo. L’altro ancora, a 180 centimetri.
La coltivazione può essere fatta a partire dai semi o dalla piantina. In ogni caso, le varie piante dovranno crescere accanto ai pali.
Una volta piantati i semi o le piantine alla base dei pali di sostegno, il fusto principale di ciascuna pianta che si svilupperà, dovrà crescere in verticale, e dunque dovrà essere legato un po’ alla volta (man mano che crescerà) al suo palo tutore.
Di conseguenza, quando le piantine, crescendo, raggiungeranno il fil di ferro, occorrerà selezionare un ramo e farlo sviluppare in senso orizzontale, legandolo al sostegno di metallo. I rami rimanenti andranno invece rimossi.
Quando il fusto di una pianta avrà raggiunto la parte più alta del palo, occorrerà piegare l’apice di tale pianta, allo scopo di farla sviluppare orizzontalmente. In alternativa, bisognerà scegliere un suo ramo laterale, rimuovendo la punta del suo fusto in modo da lasciarlo sviluppare in senso orizzontale.
Durante l’inverno, tra novembre e gennaio, bisognerà invece effettuare la potatura ordinaria delle piante: rimuovere i rami secchi e accorciare i rami che hanno prodotti i frutti in estate, fino alla seconda gemma (le gemme sono germogli in via di sviluppo). Infatti, il goji sviluppa i suoi frutti solo nelle parti giovani.
Irrigazione e altre operazioni per la cura della pianta
Se si coltiva il goji, bisognerà procedere con l’innaffiatura subito dopo aver piantato i semi o le piantine, sia nel caso della coltivazione in vaso che in pieno campo. Soprattutto nei primi periodi, è importante irrigare con regolarità: il terreno dovrebbe essere sempre umido in questa fase.
L’irrigazione andrà effettuata con una certa frequenza soprattutto in estate, entro il primo anno di piantagione, ma mai in maniera troppo abbondante. Negli anni successivi, la quantità di acqua di cui le piante avranno bisogno si ridurrà progressivamente. Trascorsi i primi 4-5 anni, i goji acquisiranno una grande autonomia in termini di fabbisogno di acqua, tanto che potrebbero sopravvivere anche senza innaffiature periodiche a cadenza regolare.
Relativamente alla coltivazione in vaso, le irrigazioni dovranno essere effettuate più frequentemente, e in maniera più abbondante (ma senza causare ristagni idrici, che potrebbero far marcire le radici): converrà procedere una volta a settimana in inverno, e tre volte in estate. Per il resto, anche in questo contesto la necessità di ricevere acqua si ridurrà progressivamente col passare degli anni.
Per quanto riguarda la concimazione, è preferibile l’uso di fertilizzante organico, al fine di rendere la produzione dei frutti più soddisfacente.
Il concime andrà usato tra febbraio e marzo.
Per quanto concerne le possibili malattie, va sottolineato che le piante di goji sono molto resistenti agli attacchi dei parassiti.
Tuttavia, per maggiore sicurezza converrà limitare la presenza di limacce, lumache e chiocciole nei dintorni della loro area di coltivazione.
La raccolta delle bacche di goji potrà essere effettuata sin dopo il primo anno di coltivazione. Tali bacche potranno essere raccolte nel periodo compreso tra la metà di luglio fino a ottobre inoltrato.
Per procedere, sarà meglio indossare dei guanti, al fine di evitare di pungersi a causa delle spine.
Costi e ricavi per avviare una coltivazione di Goji
Per un ettaro di coltivazione di Goji si stimano una media di costi di circa 20.000/25.000 euro, per un terreno non necessita di lavorazioni particolari.
In un ettaro di terreno si possono piantumare circa 3/4.000 piantine di arbusto. Il ricavo potenziale dipende ovviamente dalla capacità di valorizzazione del prodotto da parte dell’imprenditore e dai canali di vendita raggiunti.
Le bacche di Goji infatti hanno prezzi di mercato molto variabili a seconda dell’origine, della loro qualità e certificazione, e varia inoltre se venduto fresco o essiccato.
La quotazione per il prodotto fresco sul mercato italiano oscilla sui 40- 50 euro al kg, mentre il secco che perde oltre l’80% del suo peso raggiunge anche gli 80,00 euro al kg.
Vuoi aprire un’azienda agricola di successo: leggi Azienda Agricola 2.0