Come si apre la ragione sociale

Quando parliamo di ragione sociale facciamo riferimento al nome di una società di persone e quindi parliamo del nome di un’azienda o di un privato.

Esistono delle regole da seguire per definire la ragione sociale.

Nel caso di un’impresa occorre inserire il nome di almeno uno dei soci, mentre per i liberi professionisti bisogna inserire nome e cognome completo (a cui si può aggiungere eventualmente uno pseudonimo di fantasia).

La denominazione della ditta, quindi, è il nome con cui l’azienda è stata registrata presso il registro delle imprese.

Aprire una ditta individuale

La ditta individuale è una persona fisica che decide di intraprendere un’attività economica e ne è l’esclusivo proprietario e responsabile.

Questo tipo di impresa è la più facile da aprire. Il primo passo prevede la richiesta della partita IVA, cioè un codice numerico identificativo.

Alla richiesta è necessario indicare la sede legale e il codice attribuito alla società (Ateco). In secondo luogo è consigliabile aprire un conto corrente dedicato, in modo da distinguere chiaramente le disponibilità personali da quelle aziendali.

Decidendo di diventare lavoratore autonomo, dovrai versare autonomamente i tuoi contributi all’INPS: servirà aprire in questo caso una posizione previdenziale.

Al debutto della tua nuova azienda, dovrai provvedere alla registrazione nella stessa presso il registro delle imprese.

Ogni anno, poi, sarà previsto il pagamento di 60/80 euro come contributo di iscrizione. Infine, se deciderai di assumere un certo numero di dipendenti dovrai iscriverti all’INAIL e pagare il premio per la sicurezza.

Costi di apertura

Esistono diverse voci di costi da sostenere nell’apertura di una ragione sociale.

Il tutto varia in funzione dei guadagni della tua azienda. Aprire la partita IVA è gratuito se decidi di farlo autonomamente, mentre se vuoi affidarti ad un commercialista dovrai sostenere un costo di 200/300 euro.

Se apri un’azienda a regimi minimi, i costi del commercialista ammontano a 500/600 euro all’anno; mentre in regime ordinario salgono a 1000/1500 euro annui.

I contributi minimi INPS costeranno circa 900 euro ogni 3 mesi. Come detto, all’aumentare del reddito aumentano anche i contributi.

Le tasse da pagare variano in base al regime: se minimo saranno al 15% (calcolato in misura forfettaria); se invece avrai un regime ordinario pagherai IRPEF e IVA.

Chiusura della ditta

Come ogni altra attività, anche l’apertura di un’impresa individuale può comportare il rischio di fallimento.Dichiarare il fallimento di una ditta significa constatare che essa è in stato di insolvenza, cioè non è più in grado di far fronte ai pagamenti.

Per chiudere tutte le posizioni contemporaneamente e in un’unica mossa puoi affidarti al modello ComUnica. Se però la ditta è stata aperta prima del 2010 occorrerà integrare questo modello con un altro chiamato AA9/12. Entrambi sono da consegnare presso l’Agenzia delle Entrate (online o in forma cartacea).

Ricevuta la conferma l’attività sarà considerata chiusa. Per le imprese commerciali, invece, è necessario compilare e consegnare al proprio comune il modello SCIA.