Cosa significa IAP e quali sono le attività agricole connesse

Per imprenditore agricolo professionale o IAP si fa riferimento a una qualifica che possono conseguire sia le persone fisiche che le società.

Ottenere questo riconoscimento è importante perché, tra le altre cose, consente di ottenere molti incentivi dal punto di vista fiscale.

In Italia, le regioni sono tenute a verificare se i richiedenti di tale appellativo (sia nel caso di agricoltori che di imprese) abbiano o meno i requisiti per poter essere considerati tali. L’INPS invece è tenuta ad effettuare controlli a scopo previdenziale, sempre in relazione a tale riconoscimento.

Di seguito spieghiamo più in dettaglio quali persone e quali società possono essere definite IAP.

Inoltre, illustriamo cosa prevede la normativa per quanto riguarda i requisiti per poter essere riconosciuti con questo titolo a norma di legge.

Infine, indichiamo quali sono le attività agricole, e quali le attività agricole connesse che persone e società IAP sono tenute a svolgere.

Definizione di imprenditore agricolo professionale e requisiti richiesti per le persone fisiche

cosa significa IAPIn base al decreto legislativo 99/2004, può essere definito IAP chi si dedica alle attività agricole, sia direttamente che in qualità di socio di società, almeno per il 50% del proprio tempo lavorativo complessivo. Inoltre, da tale attività deve ricavare almeno il 50% del proprio reddito da lavoro nel suo insieme.

A questo proposito, occorre precisare che i requisiti di reddito e di tempo da lavoro diminuiscono del 25% nel caso di imprenditori agricoli che lavorano in zone svantaggiate, definite all’interno dell’articolo 17 del regolamento della Comunità Europea (Reg. CE) n. 1257/99.

In più, per poter essere riconosciuti come imprenditori agricoli e quindi anche come IAP, sono necessari anche altri requisiti. Per esempio, i prodotti ottenuti dall’attività agricola devono essere commercializzati (e non destinati all’autoconsumo, o non solamente), e le persone imprenditrici agricole devono possedere conoscenze e competenze specifiche, come previsto dall’articolo 5 del già citato Reg. CE n. 1257/99.

Requisiti richiesti per le società

Una società, per avere la qualifica IAP, si adegua al già menzionato decreto legislativo 99/2004.

È fondamentale che abbia dei soci IAP, anche se non necessariamente tutti.

Tale impresa deve inoltre avere nella ragione sociale l’indicazione “società agricola”, e il suo statuto deve riconoscere l’esercizio dell’attività agricola come esclusivo (il solo svolto).

In più, deve corrispondere a una delle seguenti tipologie di imprese:

  • Società di persone, con almeno un socio che abbia il titolo di IAP
  • Società in accomandita, con almeno un socio accomandatario che abbia la qualifica IAP.
  • Società cooperativa, con almeno 1/5 dei soci con la qualifica IAP.
  • Società di capitale, con almeno un amministratore con il riconoscimento di IAP.

Grazie al titolo di imprenditore agricolo professionale, anche un’azienda può ottenere le agevolazioni fiscali previste per le persone fisiche IAP.

Attività agricole e attività connesse

Una persona fisica IAP e una società IAP si dedicano alle attività agricole, e in aggiunta possono occuparsi anche delle attività agricole connesse.

L’articolo 2135 del codice civile individua le attività agricole nel modo seguente:

  • Coltivazione del fondo;
  • Allevamento di animali;
  • Selvicoltura (gestione, conservazione e uso dei boschi);
  • Attività connesse;
  • Attività atipiche, come ad esempio la tenuta della contabilità dell’azienda agricola.

Le attività connesse vengono descritte nel comma 3 dell’art. 2135 del codice civile. Sono quelle che riguardano la manipolazione, la conservazione, la trasformazione, la commercializzazione, e la valorizzazione dei prodotti ottenuti principalmente grazie alla coltivazione, alla selvicoltura o all’allevamento.

Inoltre, sono considerate attività connesse anche quelle che forniscono beni o servizi attraverso l’uso prevalente di attrezzature e risorse che normalmente vengono impiegate per le attività agricole principali. Tra queste, anche quelle volte alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale, riguardanti la ricezione e l’ospitalità (come l’agriturismo).