Fare l’imprenditore agricolo vuol dire esercitare l’attività di agricoltore allo scopo di ottenere dei profitti tramite la produzione di beni o servizi.
Un imprenditore agricolo può essere un coltivare di terra, ma anche un allevatore di animali, un produttore di vino, un operatore del settore agriturismo, un selvicoltore (chi si prende cura del bosco), ecc. che lavora in una struttura organizzata, e che ha come fine ultimo il mercato e non (o non solamente) l’autoconsumo.
L’imprenditore agricolo professionale è invece un agricoltore con esperienza o comunque adeguatamente formato, che svolge attività agricola allo scopo di ottenere almeno il 50% del suo guadagno, e a cui dedica almeno il 50% delle sue ore lavorative giornaliere.
L’attività di imprenditoria agricola, per quanto riguarda gli agricoltori professionali o non, offre diversi sgravi fiscali se si è al di sotto dei 40 anni di età, e dunque può rappresentare una interessante opportunità per le persone più giovani.
Praticare l’agricoltura oggi è un po’ diverso rispetto a qualche decennio fa, perché il progresso tecnologico ha esercitato la sua influenza anche su questo settore, offrendo nuove soluzioni che rendono la produzione più efficiente e rapida. E non a caso, per esercitare questa attività si rivela particolarmente utile la capacità di saper sfruttare a dovere i mezzi tecnologici eventualmente impiegabili (anche in relazione ai tipi di lavori agricoli svolti).
Chi desidera diventare imprenditore agricolo oppure imprenditore agricolo professionale, nella seguente guida può trovare moltissime informazioni utili, che possono essergli di grande aiuto per capire in che modo iniziare e come proseguire.
Chi è l’imprenditore agricolo
Un imprenditore agricolo, in base a quanto emerge dall’articolo 2135 del codice civile, è colui che esercita una tra le seguenti attività:
- Coltivazione della terra
- Selvicoltura (la cura dei boschi, la coltivazione degli alberi e la produzione del legname).
- Attività riguardanti l’allevamento di animali.
- Attività connesse alla coltivazione, alla selvicoltura e all’allevamento.
Le attività connesse sono esercitate dal medesimo imprenditore agricolo, e sono dirette alla manipolazione, alla conservazione, alla trasformazione, alla commercializzazione e alla valorizzazione dei prodotti agricoli, attraverso il prevalente uso di strumenti appartenenti all’azienda agricola.
Rientra tra le attività connesse anche la valorizzazione del territorio e del patrimonio agricolo e forestale, ma anche quella di ricezione e di ospitalità (come nel caso degli agriturismi).
C’è anche da dire che l’elenco delle attività contenute nel già menzionato articolo 2135 del codice civile è solo esemplificativo, perché su questo aspetto la giurisprudenza è intervenuta più di una volta, indicando come attività connesse anche alcune pratiche atipiche, come per esempio la tenuta della contabilità per quanto riguarda le imprese agricole associate.
Definizione di imprenditore agricolo
Tenuto conto di quanto appena specificato, anche in relazione a quanto presente nel codice civile, si può definire imprenditore agricolo una persona impegnata in attività riguardanti: la coltivazione del fondo (attività rivolta a sfruttare le energie naturali della terra), la selvicoltura, l’allevamento di animali, oltre che le attività connesse a selvicoltura, coltivazione del fondo e allevamento di animali, e alcune attività atipiche.
Per legge inoltre, è considerato imprenditore agricolo anche l’imprenditore ittico, ossia colui che si occupa di attività dirette alla cura e lo sviluppo di un ciclo biologico, o di una fase necessaria di tale ciclo, di tipo animale o vegetale, che utilizza le acque dolci, salmastre oppure marine.
Attività essenziali e attività per connessione
È possibile suddividere le attività dell’imprenditore agricolo in due categorie: le attività agricole essenziali e le attività agricole per connessione.
Le attività agricole essenziali sono sicuramente le seguenti:
- L’orticoltura.
- La floricoltura.
- Le coltivazioni nei vivai.
- Le coltivazioni di funghi.
- Le coltivazioni fuori terra, in senso generale.
- La selvicoltura, ossia la cura del bosco e la produzione del legname.
- L’allevamento di animali: bestiame allevato sul fondo, animali da cortile, animali da pelliccia, animali addestrabili (cani, gatti, ecc.), api, cavalli da corsa.
Le attività agricole per connessione, sono invece quelle di tipo strumentale rispetto alle attività agricole essenziali, e in qualche modo sono collegate a queste ultime. Per esempio, tra queste rientra la fornitura di beni e servizi anche attraverso l’uso di risorse e di attrezzature usate per le attività essenziali.
La produzione del vino, dei liquori o dei formaggi, per esempio, sono delle attività per connessione. Come anche l’agriturismo, la fattoria didattica, e la vendita diretta dei prodotti derivanti dall’attività agricola essenziale o per connessione.
Requisiti per diventare imprenditore agricolo
Per essere un imprenditore agricolo comune non sono necessari dei requisiti particolarmente stringenti. Ciò che occorre è infatti quanto segue: occuparsi della coltivazione di un terreno agricolo, e/o avere a disposizione un allevamento di animali, e/o dedicarsi alla selvicoltura, e/o occuparsi di trasformare e commercializzare le materie prime reperite in natura. Il tutto con l’obiettivo di ottenere dei profitti.
Non serve altro: l’articolo 2135 del codice civile è molto chiaro a questo riguardo, perché specifica che basta avviare e portare avanti una delle attività correlate all’agricoltura per potersi definire imprenditore agricolo non professionale.
Invece, dei requisiti comprensibilmente più stringenti riguardano l’attività dell’imprenditore agricolo professionale (IAP), come meglio evidenziato nel paragrafo successivo.
Differenze tra IAP e coltivatore diretto
In precedenza è stato messo in luce che l’attività dell’imprenditore agricolo può essere di due differenti tipologie: c’è l’imprenditore agricolo comune e l’IAP, ossia l’imprenditore agricolo professionale.
A differenza dell’imprenditore agricolo comune, l’imprenditore agricolo professionale ha le seguenti peculiarità:
- Ricopre uno dei seguenti incarichi all’interno di un’azienda agricola: titolare, contitolare, amministratore agricolo, coadiuvante familiare, lavoratore agricolo.
- Possiede un titolo di studi riguardante il settore agricolo, come ad esempio una laurea in scienze agrarie, scienze forestali, veterinaria, scienza delle produzioni animali, scienze delle tecnologie alimentari. Oppure ha un diploma conseguito in un istituto tecnico agrario. Oppure ancora, è in possesso di un attestato di frequenza a dei corsi di formazione professionale agricola, o almeno tre anni di esperienza presso un’azienda agricola.
- Dedica almeno la metà delle proprie ore di lavoro all’attività agricola.
- Le sue ore di lavoro devono corrispondere ad almeno il 50% delle sue entrate complessive.
Agevolazioni dell’imprenditoria agricola
Avviare un’attività agricola, per le persone under 40 vuol dire costruire uno tra i business più economici del nostro Paese, perché si tratta di un genere di imprenditoria che risulta soggetta a diversi tipi di sgravi fiscali. Il che rappresenta un vantaggio assolutamente da prendere in considerazione.
La crisi economica che ha colpito l’Italia e il mondo a partire dal 2007, ha avuto gravissime conseguenze sulle finanze pubbliche. Nel territorio italiano, uno dei settori maggiormente colpiti è stata proprio l’agricoltura.
Ecco perché quindi, per far fronte al periodo economico negativo, lo Stato ha fatto entrare in vigore tutta una serie di interessanti agevolazioni, al fine di incentivare l’attività di imprenditore agricolo.
Ad esempio, con la legge di bilancio del 2016 vennero abolite le tasse afferenti IMU e IRAP per quanto riguarda il comparto agricolo. E nell’anno successivo, fu eliminata l’imposta relativa all’IRPEF.
Inoltre, la manovra finanziaria del 2020 ha confermato il così detto bonus agricoltori. È valido sia per i giovani agricoltori comuni (coltivatori diretti) che i giovani imprenditori agricoli professionali. Permette di ottenere uno sgravio contributivo totale per 24 mesi.
Per poter beneficiare del bonus agricoltori, occorre essere in possesso dei seguenti requisiti:
- Essere un agricoltore autonomo iscritto all’INPS nel corso del 2020;
- Essere uno IAP di età inferiore ai 40 anni, oppure un coltivatore diretto (o imprenditore agricolo comune) con meno di 40 anni.
In più, degno di nota è anche il fatto che grazie al bonus assunzioni del 2020, tutti i coltivatori diretti e IAP iscritti alla previdenza agricola beneficiano del totale sgravio contributivo per 24 mesi.
Passi per aprire un’azienda agricola
I mestieri di lavoratore della terra, di selvicoltore, e di allevatore di animali sono molto antichi, ma nel corso dei secoli si sono adattati, volta per volta, allo specifico contesto caratterizzante ciascuno dei vari periodi storici.
Ad esempio, con l’avanzare della tecnologia il lavoro nei campi è stato progressivamente semplificato. Infatti oggi costa meno fatica, e richiede meno tempo, anche se è comunque necessario tanto impegno.
Per aprire un’azienda agricola occorre sicuramente avere amore per le attività agricole, e conviene anche conoscere le tecniche di produzione più recenti.
Bisogna inoltre disporre di terreni coltivabili o di aree con cui poter esercitare altre mansioni con le quali potersi definire imprenditori agricoli. Servono pure gli strumenti adattati per allevare, coltivare, produrre, e/o offrire prodotti e servizi rientranti tra le attività concepibili in un’azienda agricola.
Ma è necessario anche seguire un iter burocratico. Però, prima di avviare questo percorso, forse sarebbe il caso di acquisire un po’ di esperienza nel settore, andando a lavorare per un’altra azienda agricola per qualche tempo: questo potrebbe rivelarsi utilissimo al fine di prendere dimestichezza con le mansioni di agricoltore e imprenditore agricolo.
Del resto, partire completamente impreparati è assai rischioso, perché le possibilità di fallire dopo poco tempo aumenterebbero significativamente. Come fare quindi?
Per esempio, i più giovani potrebbero farsi assumere in qualità di stagisti presso una impresa agricola esistente, con una fattoria e magari anche un agriturismo. L’esperienza darebbe modo di apprendere sul campo ciò che è fondamentale sapere per poter dare avvio in futuro a una propria attività.
Detto questo, per avviare le pratiche per l’apertura della propria impresa agricola professionale, occorre:
- Aprire una partita IVA.
- Registrare l’attività presso la Camera di Commercio, all’interno del Registro delle Imprese.
- Aprire una posizione INPS.
- Aprire una posizione INAIL.
- Ottenere un permesso ASL, ovvero una autorizzazione sanitaria, se si desidera anche vendere direttamente al consumatore i propri prodotti agricoli.
- Avere il titolo di IAP, cioè di Imprenditore Agricolo Professionale. Come fare ad ottenerlo? Occorrono alcuni requisiti personali, descritti in un precedente paragrafo del presente articolo (titoli di studio riguardanti il mondo agricolo, oppure attestati di corsi regionali, oppure esperienza nel settore di almeno 3 anni, e l’attività deve rappresentare almeno il 50% del proprio lavoro giornaliero, e almeno il 50% del proprio reddito).
- Iscriversi alla gestione previdenziale dell’agricoltura.
Il titolo di IAP può essere ottenuto effettuando una richiesta presso gli uffici dell’ente provinciale di propria pertinenza.
C’è anche da sottolineare che, al momento della domanda, non è necessario possedere tutti i requisiti richiesti per diventare IAP, perché possono essere acquisiti anche entro 2 anni da tale richiesta.
Una volta soddisfatti i vari requisiti, arriva finalmente il momento di progettare l’attività agricola, e dunque stabilire quali caratteristiche dovrà avere.
Tra le altre cose, occorrerà decidere le dimensioni dell’impresa agricola, quanta forza lavoro servirà, trovare il terreno adatto su cui lavorare (qualora non lo si possegga già), consultare la normativa in materia. Bisognerà anche scegliere i giusti canali di distribuzione dei propri prodotti.
Inoltre, affidandosi ad un esperto, sarà utile anche fare un’analisi di mercato e della concorrenza, ed effettuare una stima dei redditi futuri.
Competenze necessarie per avere successo nel mercato attuale
Per avere successo nel mercato attuale in relazione al settore agricolo, occorre essere muniti delle giuste competenze. Tra queste, rientrano sicuramente le seguenti:
- Idee chiare su ciò che si andrà a fare, attraverso l’acquisizione di esperienza e/o di un’adeguata formazione.
- Conoscenza dei mercati e della concorrenza.
- Saper ideare e mettere in pratica un particolare progetto agricolo.
- Determinazione nell’affrontare impegni e difficoltà.
- Essere in grado di trovare i canali più adatti per offrire i propri prodotti.
- Essere capaci di ospitare al meglio le persone presso la propria tenuta agricola, nel caso di agriturismo o fattoria didattica.
Per maggiori informazioni, invitiamo alla lettura dei prossimi sottoparagrafi.
Avere le idee chiare, anche grazie alla conoscenza del mondo agricolo
Per diventare imprenditore agricoli professionali o IAP, è importante avere le idee chiare su quello che si andrà a fare.
Servono le competenze necessarie per avviare la propria attività, perché solo in questo modo si può avere un quadro abbastanza esaustivo per quanto riguarda il lavoro che sarà necessario fare.
La vita dell’agricoltore, del resto, è piena di impegni e di conseguenza è opportuno avere almeno una base di conoscenza o esperienza da cui partire.
Chi ha intenzione di avviare un’attività agricola in proprio, magari per diventare un imprenditore agricolo professionale, di sicuro non parte da zero, nel senso che almeno un minimo di conoscenze le avrà acquisite prima di prendere una decisione così importante.
Un altro punto su cui non bisogna essere superficiali per svolgere al meglio l’attività di imprenditore agricolo, riguarda la passione con la quale si svolgeranno le varie attività.
Come noto, una azienda agricola può articolarsi su diversi lavori: coltivazione della terra, allevamento degli animali, cura del bosco, produzione del legname, creazione di prodotti alimentari o cosmetici, vendita di uova e latte, produzione di vino e birra, gestione di un agriturismo o di una fattoria didattica, e così via.
Conviene focalizzare la propria attività agricola sui lavori che maggiormente si è in grado di svolgere, e che piacciono maggiormente.
Se si è titolari di un’azienda agricola, e si desidera avviare dentro tale azienda una particolare attività che risulta particolarmente redditizia ma non rientra nelle proprie specialità e nelle proprie passioni, potrebbe essere utile assumere qualcuno in grado di svolgerla, senza però che ciò possa comportare dei rischi eccessivi sulla tenuta finanziaria dell’attività agricola nel suo insieme.
Avere un’adeguata conoscenza del territorio e dei mercati su cui si opera
Per essere un imprenditore agricolo professionale, un altro punto importante su cui occorre dedicare del tempo riguarda lo studio del territorio sul quale si opera, sui mercati di riferimento, e anche sulle leggi che regolano l’attività di agricoltore. In questo modo, si potrà agire senza eccessive improvvisazioni, e in una maniera più organizzata, finalizzata alla realizzazione di utili.
Un occhio di riguardo deve essere dato anche alla concorrenza presente nel proprio territorio, così da proporre eventualmente prodotti differenti, o ottenuti in modo diverso (per esempio, magari cercando di fare leva sulla loro maggiore genuinità).
Saper ideare e mettere in pratica un certo progetto
Dato che nell’imprenditoria agricola lo scopo finale è quello di produrre utili, è molto importante progettare un business plan, nel caso della imprenditoria agricola professionale. Si tratta di uno schema di riferimento, che contiene contenuti e caratteristiche del proprio progetto imprenditoriale.
Per avere successo nel campo dell’agricoltura e dell’imprenditoria agricola professionale, è anche opportuno valutare i requisiti necessari per poter accedere ad eventuali finanziamenti.
I finanziamenti sono un aspetto essenziale per molti, perché non tutti hanno le risorse economiche per autofinanziarsi, nonostante le varie agevolazioni fiscali previste per gli under 40.
Sempre per quanto riguarda i finanziamenti, conviene informarsi per tempo sugli istituti di credito e i bandi pubblici che possono soddisfare l’esigenza di essere finanziati, a condizioni che siano accettabili in relazione alla propria attuale situazione e alle proprie necessità.
Vale anche la pena sottolineare, che per poter accedere al credito bancario e ai fondi pubblici di norma è necessario presentare un progetto, il quale dovrà essere per forza approvato per ottenere i soldi necessari all’avvio dell’impresa. Ecco quindi spiegato come mai è fondamentale avere le idee piuttosto chiare già in partenza, al concepimento dell’idea di diventare imprenditore agricolo.
La realizzazione del progetto, precedentemente presentato ed approvato, è un altro aspetto di cui tenere particolarmente conto: conviene attenersi rigidamente ad esso, soprattutto se redatto grazie alla consulenza di un esperto competente nel settore di riferimento.
Un ulteriore punto da prendere in considerazione riguarda i costi della terra. Un’analisi di Coldiretti sui dati Eurostat ha messo in luce che la terra arabile italiana è la più cara in Europa, avendo un prezzo medio di oltre 40mila euro all’ettaro (il prezzo comunque, è bene evidenziarlo, varia da regione a regione).
Se si considera che la dimensione media di una impresa agricola è di circa 8 ettari, se ne deduce che per un giovane nonostante le agevolazioni fiscali, l’investimento iniziale potrebbe risultare proibitivo.
Ecco perché la Coldiretti consiglia a coloro che hanno poche risorse in proprio, di affittare (anziché acquistare) la terra da arare, almeno inizialmente.
Ciò detto, va anche specificato che è soprattutto la zootecnica da latte a richiedere gli investimenti più ingenti.
Essere determinati, e pronti ad affrontare i vari impegni
Per aprire una impresa agricola e renderla un’attività di successo, uno degli aspetti più importanti da non trascurare, riguarda il fatto che occorre tanto impegno per portarla avanti.
È anche necessaria una buona dose di fantasia, per escogitare i modi migliori nell’impiego delle soluzioni tecnologiche più avanzate, le quali potrebbero comportare ulteriori costi, ma che possono costituire un prezioso aiuto nello svolgere il lavoro agricolo in modo più veloce ed efficiente, e di conseguenza ottenere maggiori entrate.
Essere in grado di individuare i canali più idonei per offrire prodotti
Un’altra competenza necessaria per essere imprenditori agricoli professionali di successo, è quella che fa riferimento alla conoscenza (derivata da un apposito studio) di canali commerciali idonei nel vendere i propri prodotti, sia che si tratti di verdura, frutta, uova, carne, latte, formaggi, vini, birra, liquori, cosmetici, piante ornamentali, legna, ecc.
Uno dei canali può essere la vendita diretta ai consumatori finali, da effettuare all’interno della tenuta agricola muniti dei permessi necessari per procedere.
Ma è anche possibile vendere i propri prodotti online, costruendo un proprio e-commerce, o aprendo un canale su uno dei grandi colossi del web (Amazon, eBay), e magari facendosi pubblicità tramite i social network e/o gli annunci pubblicitari online.
Essere in grado di fornire una buona ospitalità (per agriturismo o fattoria didattica)
Tra le qualità necessarie qualora si intenda anche avviare l’attività di agriturismo e/o di fattoria didattica all’interno dell’azienda agricola, riguarda la capacità di saper ospitare le persone, scegliendo le soluzioni più adeguate che possano consentire una buona permanenza all’interno della tenuta agricola, e offrire un’esperienza apprezzabile da parte dei clienti.
Sia per quanto riguarda l’agriturismo che la fattoria didattica, conviene realizzare tutta una serie di servizi che possano consentire agli ospiti di rimanere soddisfatti dell’ospitalità ricevuta. Questo avrebbe effetti positivi sull’immagine dell’azienda agricola, potrebbe far aumentare gradualmente il numero di visitatori, e anche fidelizzare la clientela.
In relazione all’agriturismo, per quanto concerne i servizi rivolti all’ospitalità, si potrebbe anche fare leva sui propri prodotti agricoli: frutta, ortaggi, formaggi, carni, vini, olio, ecc. per rendere più gradevole l’accoglienza nella tenuta, offrendo questi prodotti mediante la vendita diretta, o proponendoli sotto forma di menu dell’eventuale servizio di ristorazione.
Una fattoria didattica dovrebbe invece essere soprattutto un luogo di divertimento, oltre che un importante momento di formazione, ed essere in grado di catturare l’attenzione soprattutto dei più piccoli (ma non solo).