Grazie alle ultime semplificazioni in termini burocratici, aprire una partita iva è molto più facile e veloce rispetto al passato e ovviamente anche più economico.
Oggi infatti è possibile aprire una partita iva a costo zero attraverso la Comunicazione Unica in via telematica che sostituisce tutte le pratiche del passato che coinvolgevano i vari istituti pubblici.
La Comunicazione Unica d’Impresa è una procedura burocratica svolta in via informatica composto da un insieme di file che costituiscono un modello riassuntivo contenente i dati del richiedente, l’oggetto della comunicazione ed il riepilogo delle richieste ai diversi enti:
- modello per il Registro Imprese;
- modello per l’Agenzia delle Entrate;
- modello per l’INPS;
- modello per l’INAIL;
- eventuale SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per il SUAP (Sportello Unico delle Attività Produttive).
La Comunicazione Unica semplifica finalmente il rapporto tra le imprese e la Pubblica Amministrazione mediante l’utilizzo di un’unica procedura per gli adempimenti degli interessati ad aprire una posizione iva nei confronti delle Camere di Commercio, dell’Agenzia delle Entrate, dell’INAIL e dell’INPS:
Attraverso la Comunicazione Unica infatti si richiede:
- l’iscrizione al Registro Imprese
- Codice Fiscale aziendale e Partita IVA
- richiesta dell’iscrizione all’INPS;
- apertura della posizione assicurativa presso l’INAIL
- eventuale SCIA.
Come si apre la partita iva
Ci sono due azioni da svolgere per aprire la partita iva a costo zero gratuitamente.
Il primo requisito per l’avvio della posizione iva è l’ottenimento della firma digitale che si ottiene recandosi presso la propria camera di commercio presentando un documento di identità, il codice fiscale e un indirizzo email.
La firma digitale viene rilasciata sotto forma di smart card o di token che verranno utilizzate insieme ad un software che certificare di volta in volta la firma.
Per firmare la pratica di Comunicazione Unica è infatti necessario questo strumento. Puoi chiedere la firma digitale o incaricare il tuo commercialista su tuo incarico.
Per l’inoltro di una pratica di Comunicazione Unica, è necessario indicare l’indirizzo di PEC a cui tutti gli Enti destinatari invieranno all’interessato le ricevute, gli esiti o altre comunicazioni relative al procedimento.
Una volta in possesso di questi due strumenti, puoi avviare la pratica di registrazione seguendo il link dell’ente pubblico.
Quanto costa mantenere la partita iva
Il costo fisso maggiore per coloro che aprono una partita iva sono i contributi pensionistici fissi INPS che ammontano a circa 300 euro mensili che verranno richiesti ogni tre mesi al lavoratore autonomo.
Tralasciando le spese dovute ai versamenti iva, Irpef e Irap che dipendono dalla tipologia dell’attività e dall’entità dei ricavi, altre spese fisse sono quelle di gestione del commercialista, chiedere specificatamente prima di iniziare quali sono i costi annui.
Alcuni professionisti potrebbero decidere di gestire da soli la propria partita iva risparmiando sul commercialista, ovviamente questa è una scelta percorribile per alcuni, meno per altri, valuta attentamente costi/benefici al riguardo.
Un commercialista rimane un bravo consigliere che saprà aiutarti in alcuni momenti come ad esempio la tipologia del regime da adottare.
I vari regimi fiscali
Il regime contabile adottabile da imprese e professionisti può assumere tre forme:
- regime forfettario;
- regime semplificato;
- regime ordinario;
Il primo, quello forfettario, è riservato ai contribuenti che nell’anno precedente non hanno superato la soglia di 65mila euro di fatturato. Operativo dal 1° gennaio 2019, il regime fiscale forfettario prevede l’applicazione di una imposta sostitutiva proporzionale del 15 per cento (ridotta al 5 per cento per i primi cinque anni di attività).
È escluso chi esercita la propria attività nei confronti dei datori con i quali siano in essere rapporti di lavoro, o lo siano stati nei due precedenti periodi d’imposta e i soggetti che svolgono attività autonoma o d’impresa nei confronti del proprio datore di lavoro o di un soggetto a esso riconducibile anche indirettamente.
Il secondo invece, quello semplificato, è calcolato su base analitica, ed è riservato ai contribuenti che nell’anno precedente hanno conseguito ricavi o compensi superiori a 65mila euro ma non a 100mila. In questo caso è prevista una imposta sostitutiva proporzionale del20 per cento. Il regime fiscale analitico è in funzione dal 2020.
Se si supera la soglia dei 100mila euro si ricade, invece, nel regime ordinario delle partite Iva, i cui redditi confluiscono poi nell’Irpef dei titolari, tassati all’aliquota marginale.
In questi giorni si parla di Flat Tax, cioè una tassazione uguale a tutti senza distinzione di reddito, vedremo se questa formula verrà implementata e quali benefici porterà con sé.