Benvenuto sulla guida per chi desidera conoscere i requisiti fiscali per aprire un’azienda agricola in Italia. Buona lettura.
Se sei giunto su Aprire Azienda, il blog numero uno in Italia per chi desidera aprire un’azienda agricola di successo, significa che hai deciso di investire il tuo tempo nel miglior modo.
Devi infatti sapere che la conoscenza e lo studio è il primo e più importante passo non solo per avere successo come imprenditori agricoli, ma come persone in generale.
Il bravo imprenditore infatti sa bene che deve studiare e formarsi per avere successo in un settore delicato come quello agricolo.
Dico delicato perché in questo settore è molto facile cadere nel vortice del fallimento se non si hanno le giuste competenze come quelle che spiego nel dettaglio nel mio libro Azienda Agricola 2.0.
Detto questo, vediamo insieme quali sono i requisiti fiscali per aprire un’azienda agricola di successo.
In linea generale è definita “azienda agricola” l’organizzazione complessiva dei beni che l’imprenditore agricolo crea, al fine di svolgere la propria attività.
In particolare, secondo la legge è imprenditore agricolo colui che conduce un’attività d’impresa agricola, ovvero un’attività inerente la selvicoltura (ossia l’impianto, la conservazione e lo sfruttamento delle zone boschive), l’allevamento di animali o altre attività connesse.
Queste ultime sono rappresentate da tutte le attività svolte dall’imprenditore agricolo e dirette a manipolare, conservare, trasformare, nonché commercializzare i prodotti derivanti dalla coltivazione del terreno, del bosco o del proprio allevamento; ma anche da tutte quelle attività dirette a fornire beni e servizi mediante l’utilizzazione di beni aziendali, oppure dirette a valorizzare il territorio rurale e forestale, o ancora a fornire servizi di ricezione ed ospitalità (dette anche attività di agriturismo).
Anche la produzione e la cessione di energia elettrica, per esempio, è considerata un’attività connessa rientrante nell’azienda agricola.
I requisiti che l’imprenditore agricolo deve possedere per poter avviare un’azienda agricola
Chi vuole avviare un’azienda agricola dovrà verificare, in primo luogo, di essere in possesso dei requisiti necessari.
La legge, in particolare, prevede che colui che vuole esercitare un’attività agricola in forma organizzata di tipo aziendale, dovrà munirsi del titolo di imprenditore agricolo, ossia dello IAP (Imprenditore Agricolo Professionale), richiedendolo alla Provincia del luogo in cui si vuole avviare l’attività, che è dove generalmente si trovano gli uffici che disbrigano le pratiche agricole.
Per ottenere il titolo di IAP è necessario soprattutto avere delle conoscenze professionali specifiche in ambito agricolo, e dunque si dovrà essere in possesso: di un diploma o di una laurea in agraria; ovvero si dovrà aver frequentato degli specifici corsi (generalmente sono organizzati direttamente dalle Regioni); oppure ancora si dovrà aver esercitato nei tre anni antecedenti alla domanda, un qualche tipo di attività agricola (ad esempio la coltivazione diretta).
Inoltre, il candidato imprenditore agricolo dovrà iscriversi all’apposita gestione previdenziale agricoltura; nonché garantire che l’attività agricola rappresenterà almeno la metà proprio lavoro e reddito.
Ad ogni modo, chi non è in possesso di tutti i requisiti necessari a richiedere il titolo, può presentare la domanda ed acquisirli entro due anni da allora (ulteriormente prorogabili per altri due anni, nel caso di eventi derivanti da cause fortuite o forze maggiori, come calamità che danneggino terreni, raccolti, ecc.)
La procedura da svolgere per avviare un’azienda agricola
Una volta che l’imprenditore è in possesso dei requisiti necessari ad avviare la propria azienda, si può partire con l’espletamento dell’iter burocratico. Innanzi tutto l’imprenditore deve valutare che tipo di azienda vuole avviare, quindi le dimensioni ed il personale che saranno necessari, nonché, successivamente, trovare un terreno adatto al proprio scopo (sempre se non ne possiede già uno).
Dopo di che l’imprenditore agricolo dovrà studiare bene la normativa italiana, e provvedere dunque a munirsi di tutta la documentazione necessaria prima di proseguire con la procedura.
Tale documentazione non differisce da quella generalmente richiesta per avviare un qualunque tipo di attività e procurarsela non è complesso, sebbene può essere sempre utile affidarsi ad un professionista (tecnico o dottore agrario, commercialista, ecc.), soprattutto se si è alle prime armi.
E cosi, in primo luogo, l’imprenditore dovrà aprire la partita IVA agricola presso l’Agenzia delle entrate; sarà necessario iscrivere l’attività presso la Camera di commercio del Comune in cui si vuole avviare l’azienda, per procedere con l’iscrizione nel Registro delle imprese; dovrà aprire e regolare la propria posizione e quella dei dipendenti presso l’INPS e INAIL, per il versamento dei contributi.
Ci sono poi una serie di permessi eventuali che l’imprenditore agricolo può essere chiamato a richiedere, e che dipendono dall’attività esercitata, ovvero, se si svolgono attività che richiedono il rispetto norme urbanistiche, o norme di sicurezza ed igienico – sanitarie per le quali sarà necessario richiedere i permessi agli enti preposti (come lo è ad esempio l’ASL in materia igienico – sanitaria).
Il regime fiscale dell’azienda agricola
L’imprenditore agricolo nel momento in cui procede all’apertura della partita IVA (ovvero successivamente in alcuni casi previsti dalla legge) può scegliere se optare per il regime fiscale ordinario (ossia quello pagato dagli altri imprenditori e professionisti che non aderiscono a regimi diversi), per il regime speciale, ed in alcuni casi, anche per il regime di esonero.
Il regime speciale può essere applicato solo agli imprenditori che svolgano una determinata attività prevista dalla legge, e consente al contribuente di pagare l’IVA calcolando percentuali diverse di tasse dovute in base al tipo di prodotto agricolo venduto; ma non solo, questo regime fa sì che il reddito che si prende in considerazione ai fini del pagamento dell’IVA, sia soltanto quello derivante dalla cessione dei prodotti agricoli.
Il regime di esonero invece può essere richiesto solo dai soggetti che nell’anno precedente non abbiano dichiarato un reddito superiore ai 7.000,00 euro, e purché i 2/3 del reddito derivino da attività agricole.
In particolare, coloro i quali hanno diritto a rientrare nel regime di esonero, non sono tenuti: a liquidare o versare imposte, a dichiarare l’IVA o presentare la dichiarazione dei redditi; ad emettere e registrare fatture o scontrini fiscali. Gli unici doveri che l’imprenditore agricolo che abbia optato per questo regime e ne avesse diritto deve rispettare, sono: la sola conservazione, e non anche la registrazione, di fatture, autofatture e bolle doganali.
Agevolazioni e incentivi per chi apre un’azienda agricola
Ma chi vuole avviare un’azienda agricola non solo avrà la possibilità di aderire a regimi fiscali meno pressanti di quello ordinario, ma avrà anche molte occasioni di sfruttare agevolazioni, incentivi e finanziamenti a fondo perduto e non. Esistono numerosi piani volti ad incentivare le attività agricole sia in ambito europeo, che nazionale, che locale.
In particolare, ad esempio, ci sono piani stanziati direttamente dalla Commissione Europea per i giovani, per le imprenditrici donne o per le imprese agricole delle regioni più svantaggiate; ci sono sovvenzioni e fondi stanziati dalle Regioni e volti a promuovere lo sviluppo dell’agricoltura; ci sono associazioni (ad esempio in Italia tra le più famose c’è Coldiretti) che pubblicano continuamente bandi per credito o concedono agevolazioni di vario genere.
Per tutte le informazioni, leggi Azienda Agricola 2.0